L' apertura alare dei condor attuali, per esempio, è di 3 metri.
Troppo massiccio per decollare battendo le ali questo uccello utilizzava le correnti ascenzionali.
Apriva le ali, correva seguendo le direzioni del vento e si lasciava trasportare dalle colonne di aria calda che lo conducevano in cielo.
L' argentavis è stato uno dei più grandi animali volanti ed è anche il più grande uccello mai esistito.
Questo rapace gigante saliva a migliaia di metri di quota per poi abbattersi sulle vittime a tutta velocità e con tutta la potenza dei suoi artigli.
L' argentavis si nutriva degli animali preistorici che popolavano l' Argentina attuale, in particolare erbivori e carogne.
Come i rapaci attuali, l' argentavis aveva un robusto becco ricurvo e dei lunghi artigli acuminati, che gli servivano raramente ad uccidere le prede.
Questo uccello gigantesco individuava la vittima da centinaia di metri di altezza e le piombava addosso a più di 150 chilometri orari. Con questa velocità, aggiunta al peso di 80 chili, l' impatto poteva spezzare la schiena agli animali più massicci. Mentre le vittime agonizzavano, l' argentavis le faceva a pezzi con il becco e gli artigli.
Planava a migliaia di metri d' altezza, dove volano gli aerei di linea.
A quella quota fa molto freddo: per questo l' uccello aveva uno spesso strato di piume intorno al collo.
Circa 7 milioni di anni fa, le pianure argentine erano fertili e ricche di vegetazione. Esse attiravano dei grossi erbivori come il diadiaphorus (un antenato del cavallo), che erano tra le prede più ambite dell' argentavis.
Questo uccello vissuto tra i 7 e i 5 milioni d' anni fa, durante il periodo terziario, della specie Argentavis magnificens, arrivava fino a 3,3 m di lunghezza.